Il 21 dicembre segna, dal punto di vista astronomico, il “solstizio d’inverno”: il giorno in cui il sole si trova nel suo punto più basso in cielo e la notte ha la durata più lunga; da questo momento in poi, le ore di luce aumenteranno progressivamente.
Vediamo, insieme, di capirne qualcosa di più.
La parola “Solstizio” viene dal latino solstitium, “sole fermo”, (da sol, “sole”, e sistere, “stare fermo”), e segna l’inizio dell’inverno o dell’estate.
Il solstizio d’inverno ha un alto valore figurativo perché è legato al progressivo risveglio della terra che custodisce i semi dormienti. È, pertanto, una stagione fondata sulla speranza, un elogio dell’attesa e della pazienza.
Nel paganesimo si celebra Yule (da cui deriva, nelle lingue scandinave, il termine Jul ovvero “Natale”), una festa celtica che pare significhi Ruota, a indicare il punto più in basso dell’anno, oltrepassato il quale inizia la risalita verso l’alto e, quindi, la luce. Il moto del sole, infatti, il 21 dicembre si blocca; poi, inverte “la rotta” e torna indietro; da qui la celebrazione del Sol invictus – il sole vincente sulle tenebre e sul male.

Quest’ultimo simbolismo ritorna non solo nel nostro Natale cristiano ma anche in molte altre religioni, passate e presenti: quella egizia, per esempio, o quella babilonese, quella dei romani e quella del più famoso Mitraismo.

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Il 21 dicembre 2020 il Sol Invictus avrà una marcia in più: in cielo potremo ammirare “la congiunzione tra Giove e Saturno”, un evento che non accadeva da 400 anni; l’ultima volta che si verificò erano vivi Galileo e Keplero.
Una curiosità: pare che tale congiunzione, che in cielo dà vita a una sorta di Cometa, fu La Stella che guidò i Re Magi verso la capanna della Natività.
Torniamo ai giorni nostri.
I due pianeti oggi, 21 dicembre 2020, saranno così vicini tra di loro da essere visibili contemporaneamente con il telescopio e ne siamo sicuri: i nasi degli appassionati, e non, si leveranno verso la volta celeste e – tempo permettendo – fremeranno nell’attesa di godersi lo spettacolo astronomico.
Noi, che siamo romantici, vogliamo credere che “il bacio tra Giove e Saturno” sia il modo con cui quest’annus horribilis chiederà, in parte, scusa per le cose brutte che ci ha portato, salutandoci con un bacio tra due “divinità” che hanno atteso 400 anni per ritrovarsi. L’elogio della pazienza e della speranza.
Il Sol Invictus che si fa “amore”.