Qualche giorno fa ci ha lasciati il Maestro Franco Battiato. Il panorama musicale e culturale italiano è diventato improvvisamente triste e vuoto, orfano di una personalità importante e di spessore che tanto ha regalato con le sue canzoni e i suoi pensieri.

In questi giorni si è scritto molto sull’inaspettata dipartita del Maestro Battiato, infatti non c’è stato giornale o telegiornale che non ne abbia parlato.

Musicisti, cantanti, politici ma anche gente comune hanno omaggiato il grande cantautore siciliano pubblicando messaggi di cordoglio e affetto, testimoniando in tal modo il profondo legame nei confronti di una personalità così profonda e intelligente, sensibile e all’avanguardia.

Il mio è un ulteriore omaggio che si accoda alle molte parole di stima e ringraziamento verso chi ha saputo costruire mattone dopo mattone una carriera di grandi successi in musica, uno spirito libero e temerario che nelle numerose interviste concesse negli anni non finiva mai di stupire l’interlocutore con la sua schiettezza e ironia.

La lunghissima carriera di Franco Battiato inizia nel lontano 1971 quando, dalla sua amata Sicilia, approda a Milano per iniziare a fare musica.

Non riuscendo a ottenere il successo sperato, abbandonò la maschera che si era cucito addosso di artista misterioso e devastato, protagonista di spettacoli che addirittura facevano infuriare gli spettatori, e iniziò a scrivere canzoni.

Da lì iniziò il suo successo inarrestabile.

Autore di musica tutt’altro che commerciale e di facile comprensione, riusciva a comporre opere ipnotiche e delicate, perle di rara bellezza tra i quali spicca Stranizza d’amuri, confermata dal seguente Patriots che se all’inizio fu snobbato, ad oggi rappresenta un vero e proprio classico.

Battiato a quel tempo era visto come una sorta di alieno: le sue musiche orecchiabili, con accenni barocchi, da camera e testi ricchi di citazioni letterarie lo ponevano infatti lontano anni luce dai più popolari cantanti di quel periodo (Lucio Battisti fra tutti).

L’alba degli anni 80 consegna un successo strepitoso a Battiato, con le musicali Bandiera bianca, Cuccurucucù e Centro di gravità permanente, veri e propri cavalli di battaglia del cantautore, un tris di successi che celebrarono un periodo incredibile della canzone d’autore italiana.

Ma ben presto il Maestro, poco interessato in realtà al successo commerciale delle sue canzoni – ne era persino infastidito, seppur lusingato -, attuò un cambio di rotta ritornando alla scrittura di testi più pacati, introspettivi tanto quanto lo fosse la sua indole.

Calcando la sua pulsante spiritualità, il tono della scrittura divenne sempre più intimo, dolente, appassionato tanto da arrivare alla composizione delle bellissime E ti vengo a cercare, L’Oceano di silenzio fino alla struggente La cura, pezzi ricchi di una dualità rivolta ad amori terreni, così come a pensieri astratti, spirituali.

Come avrete capito, scrivere di Franco Battiato non è impresa facile e non basterebbe un articolo per poter ricordare le sue gesta non solo musicali: è stato anche regista di film, autore di opere, generoso benefattore di giovani musicisti che a lui si rivolgevano per avere aiuto e sostegno, autore di canzoni per altri (è stato paroliere per Milva e Alice).

Forse per comprendere un artista e il suo vissuto serve soltanto il giusto tempo per conoscerne il pensiero e farlo proprio.

Al Maestro Franco Battiato, che ha conosciuto le leggi del mondo della musica e ce ne ha fatto dono, va il mio commosso arrivederci.

CREDIT PHOTO: Rai.it; Fanpage.it; Tgcom24.mediaset.it

 

 

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by Valeria Eboli

 


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