Lacrime, tradimenti, ricongiungimenti e tentativi di riappacificare famiglie divise da rancori apparentemente insanabili, fanno di Maria De Filippi la regina indiscussa del sabato sera italiano. C’è posta per te, nonostante i 21 anni di età, non sembra arrancare, confermandosi settimana dopo settimana programma di punta di Mediaset.

Il sabato sera invernale per milioni di italiani significa pizza e C’è posta per te, avoglia che l’uomo di casa storca il naso, noi donne vogliamo commuoverci.

Come si dice… Mal comune mezzo gaudio? Ecco. Le peripezie altrui ci fanno sentire meno soli, insomma tifiamo per chi soffre e lo facciamo da giudici -insolitamente – clementi.

Format collaudato e al quale mai sono state apportate modifiche visto il successo, ogni settimana la trasmissione si apre con la seguente formula proferita in pompa magna dalla padrona di casa: “Questa è la storia di un regalo” seguita da una narrazione minuziosa della vicenda da parte di una instancabile queen Mary.

Ecco che lì molliamo piatti e sparecchiamenti di tovaglie per incollarci allo schermo e scoprire il super ospite della serata – “Chi sarà?” -, fino a quando il “regalo” non scende dalle scale tra applausi a scena aperta del pubblico in studio (per la maggioranza femminile) estasiato da bicipiti e muscoli collocati al punto giusto: tanto per intenderci due settimane fa c’è stato il delirio per Can Yaman (ormai prezzemolo d’ogni minestra italiana).

Ma al pubblico in realtà poco importa di regali e regalini: ciò che vuole è vedere gli stracci volare nell’arena televisiva, ad esempio i litigi tra suocere e nuore, queste ultime ree di allontanare dal nido materno i piccoli cuccioli di uomo che hanno sposato.

C’è posta per te, poi, non si chiamerebbe così se non trattasse l’argomento corna, must al quale proprio non rinunciamo: spesso infatti è il marito fedifrago che invia la posta alla consorte chiedendole di perdonargli anni di scappatelle, perché in fondo: “Ama solo lei”MA CERTO.

Dopo aver sopportato le lacrime dei due protagonisti divisi da qualche metro e dalla bustona gigante, e le titubanze – lecite direi – della moglie sulla quale grava la responsabilità di salvare – perdonando – il rapporto interrotto, interviene – nemmeno a dirlo – Maria, che intraprende un’opera di psicanalizzazione dell’intera vicenda come nemmeno Freud saprebbe fare, finché riesce nel miracolo che solo lei può realizzare: far aprire la busta.

Dolcissime poi le storie di quei vecchietti che dopo anni e anni sperano di ritrovare chi hanno amato in gioventù, dando così vita ad esilaranti siparietti comici tra incomprensioni tipiche di chi ci sente a malapena data l’età e di chi saluta mezzo paese – sindaco compreso – tra l’ilarità generale.

C’è posta per te rappresenta il festival italiano dei sentimenti come Sanremo lo è della musica, non si può parlare di cultura televisiva senza menzionare il people show di Maria De Filippi; la posta consegnata ai destinatari dai “postini” in bicicletta assurge a simbolo di speranza e riappacificazione in un contesto esterno allo studio nel quale sono presentati i destinatari della missiva.

Onore al merito, la De Filippi è riuscita in ciò che nessuno probabilmente sarebbe riuscito a fare: trasformare la normalità dei rapporti umani in eccezionalità, complice la sua spiccata empatia nei confronti degli ospiti.

Insomma, diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Maria De Filippi ciò che è di Maria De Filippi.

 

 

By Valeria Eboli

 


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