Domenica sera sono terminati gli Internazionali BNL di Roma  edizione 2021 con la vittoria di Rafael Nadal.

Ancora lui. Sempre e solo lui!

Il titolo è eloquente, non ci sono più aggettivi per descrivere quanto un tennista possa essere dominante quanto lo è Nadal sulla terra battuta.

Premetto che io non sono mai stato un fan di Nadal perché non rispecchia il mio ideale di giocatore di tennis, che nel corso del tempo mi ha visto stravedere per Ivan Lendl, Pete Sampras, Roger Federer e che oggi si sta innamorando, finalmente, dei tennisti italiani, che per troppo tempo ci sono mancati.

Ma guardando la carriera di Nadal non si può che rimanere senza parole davanti all’evoluzione di un giocatore nato “terraiolo” ma che è riuscito a rendersi competitivo su tutte le superfici, vincendo ovunque e soprattutto contro chiunque.

Mi rimane negli occhi la vittoria del 2008 a Wimbledon contro il Re dell’erba Roger Federer, che mi ha lasciato senza parole perché Roger, pur giocando nel giardino di casa, non era riuscito ad opporsi alla marea “maiorchina”.

Detto questo, è indubbio come il nipote del grande Miguel Angel Nadal, più di 200 presenze con il Barcellona, abbia cambiato questo gioco da qui a tempi futuri e il fatto che sia così dominante a 34 anni fa presagire che l’arrivo della Next-Gen non sarà per i prossimi tempi!

Roma è diventata ormai una faccenda privata da Rafa e i record che può battere e io vorrei che il prossimo anno si presenti con la maglietta con la stella che nel calcio certifica l’aver vinto 10 scudetti…  un doveroso riconoscimenti per un Campione con la C maiuscola.

Questi 10 sono arrivati in un lasso temporale di 16 anni e sono arrivati contro i giocatori più diversi e disparati, dimostrando che per Nadal chi c’è dall’altra parte ha poca importanza.

Li ricordo giusto per dovere di informazione e anche per rendere omaggio a chi dal Rafa è stato sconfitto, perché una sconfitta a Roma contro Nadal equivale comunque ad una mezza vittoria.

Credit Foto: Web

A metà degli anni 2000, Nadal infilò una tripletta consecutiva che vide come vittima nel 2005 l’argentino Guillermo Coria, nel 2006 lo svizzero Roger FedereR e nel 2007 il cileno Fernando Gonzalez.

Dopo un anno di interruzione nel 2009 battè il serbo Novak Djiokovic e nel 2010 il connazionale David Ferrer.

Nel 2012 battè nuovamente Novak Djiokovic e nel 2013 ritoccò purtroppo a Roger Federer.

Dopo cinque anni di stop nel 2018 ebbe la meglio sul tedesco Alexander Zverev, nel 2019 la vittima fu ancora Djokovic, cosa che si è ripetuta quest’anno con il serbo ancora uscito sconfitto dalla contesa.

Nel frattempo, in questi anni Rafa ha perso anche due finali entrambe con Djokovic che, almeno lui, qualche soddisfazione se la è presa.

Dal punto di vista della classifica ATP, Novak Djokovic mantiene il primo posto pur avendo perso i punti frutto della vittoria ottenuta nell’edizione 2020; Rafa conquista, invece, posizioni in quanto nel 2020 era stato clamorosamente eliminato ai quarti di finale dall’argentino Deigo Schwartzman.

Massimo rispetto e ammirazione per un giocatore che si ama o si odia, ma se si odia lo si fa solo per invidia.

Piccola nota personale è quella legata agli Open d’Italia BNL del 2019 in cui io andai a vedere le gare di semifinale: vidi la gara che opponeva Rafael Nadal all’adone greco Stefanos Tsitsipas e in quell’occasione un punto ottenuto da Nadal fu frutto di un recupero ad una velocità incredibile, con una tenacia fisica e una tecnica incredibile; il provero Stefanos allargò le braccia riconoscendo in quel modo la superiorità e la grandezza dell’avversario.

L’augurio che faccio a Nadal è di continuare a darci sempre grandi soddisfazioni, nella speranza che il prossimo anno possa succedere qualcosa di diverso… magari con i nostri moschettieri che, con un anno di esperienza in più, possano ambire a contendere ai vari Nadal, Djokovic, Tsistsipas aggiudicandosi aggiudicarsi l’Open Bnl d’Italia, titolo che manca dal 1976 anno in cui Adriano Panatta ebbe la meglio sull’argentino Guillermo Vilas.

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by Fabrizio Roscitano

 

 


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