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QUIDDITCH

Molti di questi sport hanno come denominatore comune la violenza, la morte, ma l’ultimo sport inventato che vi voglio raccontare è forse quello più famoso e che ha avuto una sua riproposizione anche nella realtà, anche se con qualche oggettiva differenza.

Ovviamente sto parlando del Quidditch, visto per la prima volta nel primo episodio della saga del maghetto Harry Potter nel 2001.

Il Quidditch è un gioco in cui Harry eccelle, ricoprendo il ruolo di Cercatore, come suo padre prima di lui. È praticato da svariati personaggi secondari che studiano a Hogwarts. È la competizione più popolare del mondo magico e vanta diverse squadre professionistiche in tutti i paesi. Ha elementi in comune con il calcio, il rugby, la pallacanestro e il polo.

Secondo il racconto potteriano, le sue origini risalgono al XI secolo, nella palude inglese di Queerditch, dove i giocatori dovevano far passare una palla di cuoio (la futura Pluffa) tra due alberi, ovvero la meta avversaria. Successivamente vennero introdotti i Bolidi e il Boccino, il nome cambiò in Kwidditch e, nell’800, arrivò il Quidditch che tutti conosciamo, con tanto di Coppa del Mondo.

È uno sport frenetico e a volte brutale e la gara si gioca con tre palle diverse, la Pluffa deve essere infilata dai Cacciatori (tre per squadra) nei tre anelli della porta avversaria, difesa da un Portiere. Nel frattempo, due Battitori, tramite le loro mazze, possono dirottare i Bolidi (due sfere molto rapide e compatte) per colpire e disarcionare gli avversari. In questo pandemonio al Cercatore spetta la cattura del Boccino, una piccola sfera dorata e dotata di ali, che pone fine alla partita (ma non significa automaticamente la vittoria). In questo tipo di sport, altamente spettacolare, non mancano ossa rotte e cadute vertiginose.

Da qui in avanti tutto ciò che ho scoperto va al di là della più fervida immaginazione.

Esiste una variante praticata nel mondo reale, ovvero il cosiddetto Quidditch Babbano (Muggle Quidditch), creato nel 2005 al Middlebury College nel Vermont. Le regole hanno molto in comune con il rugby e il dodgeball, con i giocatori costretti a tenere una scopa tra le gambe per tutta la durata della competizione, dovendo perciò giocare con una sola mano.

Il Quidditch, da sport inventato in tutto e per tutto, uno sport in cui si narra un storia che non esiste, uno sport che si gioca volando su delle scope è diventato uno sport molto più reale di quanto si possa pensare.

IL QUIDDITCH BABBANO

Il quidditch “reale” è uno sport in cui due squadre si affrontano su un campo con superficie in erba.

Ci sono sette giocatori per squadra: tre “cacciatori”, due “battitori”, un “portiere” ed un “cercatore” e si gioca su di un campo rettangolare di 60 metri per 33 metri, con tre cerchi di altezza differente alle due estremità. L’obiettivo finale è quello di avere più punti rispetto all’altra squadra nel momento in cui viene catturato il “boccino” (snitch)

La pluffa diventa una palla da pallavolo leggermente sgonfia, i bolidi sono palline da dodgeball e il boccino è una pallina da tennis infilata in un calzino che viene appeso ai pantaloncini di un giocatore neutrale vestito di giallo, che di solito è un assistente dell’arbitro.

Ogni goal vale 10 punti.

Ogni giocatore che viene colpito da un bolide avversario deve seguire la procedura di knockout: lasciare l’eventuale possesso del pallone, “smontare” dalla scopa (ovvero toglierla dalle gambe), tornare ai propri anelli senza interferire col gioco, toccare uno dei tre anelli e ritornare in gioco (rimontando).

Una partita di quidditch dura normalmente dai 20 ai 30 minuti, ma è capitato che boccinatori particolarmente abili riuscissero a farla durare fino ad oltre 50 minuti perchè secondo il regolamento ufficiale non c’è una durata fissa delle partite.

Dopo gli inizi nel 2005, lo sport crebbe al punto che, nel 2007, si tenne la prima Quidditch World Cup, che al tempo era chiamata US Quidditch Cup. In seguito, il quidditch si è largamente diffuso anche in Europa, il 2015 è anche l’anno dei primi European Games, competizione biennale per squadre nazionali del continente europeo disputato in Italia a Sarteano (Siena), cittadina di origine etrusca di neanche 5 mila abitanti, due i giorni di gara, terminati con la vittoria della Francia, capace di battere 90-50 in finale la favorita Gran Bretagna.

Il primo campionato – non ufficiale – di quidditch in Italia si è svolto nella stagione 2012/2013 ed è stato vinto dalla Milano Meneghins (allora Lambro Strikers), squadra che ha partecipato inoltre al Campionato Europeo nello stesso anno classificandosi terza, da lì ogni anno nascono nuove società.

Dal 2012 esistono i campionati mondiali di Quidditch che si giocano ogni due anni e che hanno visto gli Stati Uniti vincere in 3 edizioni su 4 . Nel 2020 i Mondiali sono stati annullati per la nota pandemia che ci sta attanagliando e si giocheranno nel 2021 a Richmond.

Rilevo come nella prima edizione svoltasi ad Oxford si presentarono 5 squadre, all’ultima giocata a Firenze le squadre divennero ben 29.

QUIDDITCH E UGANDA

Concludo raccontandovi una di quelle storie romantiche che lo sport ci sa regalare….anche il Quidditch.

Siamo in Uganda, nell’anno 2013, siamo su un Matatu, un autobus che può trasportare al massimo 14 persone e su questo autobus è seduto John Ssentamu che chiese ed ottenne un libro in prestito…un libro dal titolo “Harry Potter e la Pietra Filosofale”.

Dopo aver finito il romanzo, trascinato dalla sua curiosità, cominciò a cercare su internet più informazioni su questo gioco di maghi, vivamente descritto nel libro: Il Quidditch.

A sua enorme sorpresa, questo gioco magico non era solo una finzione, ma uno sport serio nel mondo dei Babbani. Persone di tante nazionalità e paesi saltavano, correvano e reggevano scope fra le gambe mentre giocavano con palloni diversi in campi da calcio. John scoprì che l’organizzazione del Quidditch era talmente avanzata che esisteva persino un torneo mondiale, organizzato ogni due anni.

Proprio in quel periodo, John aveva avviato la ricerca di un modo per promuovere lo sviluppo della sua regione nel distretto di Masaka, a due ore dalla città capitale di Kampala.

E così, John cominciò la sua magica ed insolita avventura coinvolgendo molte persone della sua comunità. Tutti insieme impararono le regole dello sport grazie alla rete: guardando dei video, leggendo svariati articoli e postando dei quesiti alla comunità del Quidditch, tramite la pagina Facebook della squadra che John stesso aprì e cominciò a promuovere.

Inizialmente, mobilitarono sul posto lo stretto indispensabile per iniziare ad allenarsi. Più tardi, ricevettero l’attrezzatura necessaria da donatori, gli “Amici del Quidditch” come John li definisce.

Nel 2014, la loro storia raggiunse persino la comunità professionale del Quidditch in diverse parti del mondo. Nello stesso anno e per la prima volta dalla sua fondazione, la squadra accolse un giocatore inglese, in visita a Masaka. Quest’ultimo aiutò i componenti della squadra a perfezionare le loro abilità. La loro perseveranza e il duro lavoro resero legittimo aspirare al massimo traguardo di tutti gli sport: la partecipazione alla Coppa del Mondo 2016 in Germania, a Francoforte sul Meno.

Fu così che la squadra iniziò ad affrontare (e superare) una quantità impressionante di ostacoli: domanda ed approvazione dell’Associazione Internazionale di Quidditch per partecipare al campionato; data la mancanza di risorse sufficienti, “crowdfunding” per poter coprire i costi legati al viaggio in Germania; domanda e ottenimento dei passaporti per tutti i membri (compito particolarmente arduo in Uganda). Dopo un iter che può sembrare infinito, rimaneva soltanto un ultimo step burocratico: ottenere i visti necessari per entrare in Europa.

Ma proprio alla fine, la magia non funzionò: i giocatori non riuscirono ad ottenere le approvazioni necessarie per tempo, in quanto non tutti i membri della squadra avevano un conto in banca, pre-requisito essenziale per entrare in Germania – non c’è da sorprendersi però, poiché i conti bancari in Uganda non sono ancora un metodo di risparmio sviluppato, soprattutto perché il risparmio tramite il cosiddetto “mobile money” è ancora il sistema più economico ed efficace, soprattutto nelle zone rurali.

John non demorde ovviamente, sa che era stato solo un primo tentativo e non rimane altro che prepararsi per la prossima Coppa del Mondo. Allo stesso tempo, John continua a spingere sia a livello nazionale che a livello internazionale per promuovere il Quidditch in Africa, soprattutto per la sua natura: è uno sport che non discrimina in base al genere, dal momento che tutti, uomini e donne, possono giocare insieme.

Infatti lui dice: “Questa è un’altra cosa splendida di questo gioco: è qualcosa che si può fare insieme, che tu sia una ragazza o un ragazzo“.

Dopo qualche anno, gli sforzi di John stanno finalmente dando i loro visibili frutti. Al giorno d’oggi, il team è composto da 53 giocatori: 36 bambini e 17 adulti, in 4 distretti a sud di Kampala: Masaka, Kalangala, Wakiso e Sembabule.

L’Uganda ha mancato l’appuntamento anche ai mondiali di Firenze del 2018, ma siamo sicuri che John stia tentando di portare la sua squadra a quelli del 2021 in modo che il Quidditch possa risplendere anche sotto il cielo ugandese.

Bene, spero che questi voli pindarici in mondi fantastici e fuori dall’ordinario vi abbiano tenuto compagnia e vi abbiano affascinato come hanno affascinato me e che magari vi abbiamo invogliato a vedere uno di questi film che manca nella vostra collezione.

Alla prossima puntata!

 

 

by Fabrizio Roscitano

 

 

 


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