SINAFI alza la voce: “Basta compromessi, servono risposte”

Il 5 agosto 2025 i Sindacati della Guardia di Finanza, rappresentati dal SINAFI, hanno incontrato il Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Giancarlo Giorgetti, per affrontare i temi più urgenti per il personale in divisa.

Segretario Generale SINAFI Stefania Castricone durante incontro al MEF

Segretario Generale SINAFI Stefania Castricone durante incontro al MEF

Deludente l’incontro con il Ministro Giorgetti

I Sindacati della Guardia di Finanza ieri, 5 agosto 2025, hanno incontrato il Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Giorgetti, a cui sono state illustrate le principali tematiche di interesse per il personale della Guardia di Finanza.

Un incontro tanto atteso quanto deludente per il Sindacato Nazionale Finanzieri (SINAFI), che ha definito la posizione del Ministero e, soprattutto, quella del Comando Generale come “un grave segnale di chiusura”.

Le richieste del SINAFI: contrattazione e dignità

Tra i punti centrali portati al tavolo:

  • Apertura immediata della contrattazione 2025/2027
  • Previdenza dedicata, con istituzione di un tavolo permanente
  • Aumento del Premio Antievasione (Buono FAF)
  • Partecipazione alla stesura del Disegno di Legge di Bilancio 2026
  • Adeguamento stipendiale per i Vice Brigadieri
  • Regolamentazione degli incentivi tecnici

Il Ministro ha mostrato apertura solo parziale, limitandosi ad ascoltare e annotare, senza prendere impegni concreti.

Una posizione che lascia l’amaro in bocca

La Segretaria Generale del SINAFI, Stefania Castricone, ha dichiarato senza mezzi termini:

“Non parteciperemo a un sistema di compromessi e favori. Siamo qui per fare sindacato sul serio, con competenza e professionalità.”

Ancora più dura la denuncia verso il Comando Generale della Guardia di Finanza, reo – secondo il SINAFI – di voler proseguire con una gestione opaca e autoreferenziale delle relazioni sindacali, concedendo solo “interlocuzioni informali”.

Il messaggio è chiaro: cambiare, davvero

Il SINAFI lancia un messaggio forte e chiaro: la rappresentanza deve essere reale, trasparente, accessibile a tutti, non un club per pochi.

“Il nostro supporto arriva dal basso, dai colleghi che non si sono mai seduti nelle comode poltrone. Per noi, l’ultimo dei Finanzieri vale quanto il Comandante Generale.”

Il sindacato promette di continuare a lottare per equità e giustizia, chiamando a raccolta la “parte sana” del personale.


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