“Quando l’amore uccide”: la riflessione di Filippo Maria Bisanti sul femminicidio

“Quando l’amore uccide: la riflessione di Filippo Maria Bisanti tra diritto e realtà sociale”

Filippo Maria Bisanti parla del femminicidio e della cultura della legalità

Filippo Maria Bisanti parla del femminicidio e della cultura della legalità

“Quando l’amore uccide: la riflessione di Filippo Maria Bisanti tra diritto e realtà sociale”

Dott. Bisanti, com’è nato il progetto di questo libro e quale motivazione personale o professionale l’ha spinta ad affrontare un tema così delicato come il femminicidio?

Questo libro nasce da un’acuta intuizione della dott.ssa Antonella Cortese, con cui ho avuto il piacere di confrontarmi sul tema.
Purtroppo, è sufficiente ascoltare le recentissime notizie di cronaca per rendersi conto che sia indispensabile che si parli continuamente della violenza di genere, perché la consapevolezza dell’esistenza di questo problema deve indurre l’ordinamento a delineare delle strategie volte ad arginare e contrastare con vigore le possibili forme di prevaricazione.

Mi disgustano le recenti notizie circa l’esistenza di siti internet in cui mariti si scambiavano foto delle proprie mogli e compagne; ciò è la prova tangibile che sia necessario proseguire lo studio e la ricerca per individuare alla base del problema per delineare soluzioni giuridiche e culturali per debellare, alla radice, le forme di violenza in pregiudizio delle donne.

L’Opera, caratterizzata dalla “penna” di autori di diverse esperienze personali e professionali, pone un nuovo tassello in questa direzione e cerca di stimolare una riflessione costruttiva.

Lei è sia maresciallo dei Carabinieri, docente universitario ed è Segretario Regionale del Sindacato Italiani Militari Carabinieri; in che modo la sua doppia esperienza, sul campo e nell’ambito accademico, ha contribuito all’elaborazione del volume?

Essendo un amante dello studio del diritto, il continuo aggiornamento professionale è la chiave di volta per eseguire al meglio il mio lavoro.
Questo connubio tra servizio sul campo e studio del diritto consente di osservare con attenzione ogni singolo aspetto dei fatti che si accertano nel corso degli interventi o durante l’attività investigativa, perché anche il più piccolo dettaglio può costituire un elemento fondamentale per l’Autorità giudiziaria.

Inoltre, in qualità di Segretario Regionale del Sindacato Italiano Militari Carabinieri del Trentino Alto-Adige, ho l’onore di ascoltare molte esperienze dei miei colleghi, il che mi arricchisce come persona e professionista.
È indispensabile, sempre, il confronto costruttivo.

Dal suo osservatorio, quali sono i fattori sociali e culturali che rendono il femminicidio un fenomeno così complesso e difficile da contrastare?

Credo che l’attuale cultura egocentrica, in cui pare che per essere felici si debba necessariamente essere noti e/o socialmente accettati, genera quell’incapacità di essere empatici, dando vita così allo sviluppo di fenomeni di narcisismo che si radicano nel profondo e che rappresentano, pertanto, un ostacolo alla capacità di riconoscere che oltre se stessi ci siano anche gli altri, con i loro diritti, difficoltà e pregi. Preciso che non sono un esperto di psicologia; sono sensazioni che nutro osservando l’attuale società.

Nel libro si parla anche di controllo sociale: quali strumenti ritiene oggi più efficaci, sia in termini di prevenzione che di intervento, per arginare la violenza di genere?

Ho un’ammirazione innata per gli insegnanti di qualsiasi ordine e grado, ma soprattutto per coloro che accompagnano i nostri figli nei primi anni della loro vita.
Investire su scuola e cultura della legalità è la chiave per crescere adulti capaci di relazionarsi, con rispetto, verso il prossimo. Parallelamente, è indispensabile garantire mezzi adeguati alle Forze dell’Ordine che, quotidianamente, tutelano la sicurezza dello Stato.

Come docente, quale messaggio desidera trasmettere alle nuove generazioni di studenti e cittadini sul rispetto, la parità e la costruzione di relazioni sane?

Può sembrare una citazione utilizzata troppo spesso, ma riassume tutto ciò che vorrei dire: “Stay hungry, stay foolish
Impegno, tenacia, cultura, solidarietà ed empatia sono virtù che qualsiasi persona dovrebbe coltivare.
Inoltre, è necessario trasmettere il messaggio che lo studio e la cultura siano un vanto e non, come spesso accade, indice di notorietà ridotta.

Vi è la necessità di lavorare su se stessi coltivando la resilienza, cioè la capacità di affrontare le plurime difficoltà necessariamente connesse alla vita; non si possono “fare i capricci” innanzi ai problemi, ma si deve “allenare” la forza di reagire con determinazione.
Ai più giovani, poi, consiglio vivamente di mantenere viva la voglia di conoscere e di inseguire i propri obiettivi, ricordando che sono le piccole cose a renderci felici e appagati della propria vita .

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