IN “SAN MARTINO” VERITAS
Oggi è San Martino, ogni mosto diviene vino”
Da dove deriva questo modo di dire?
Ebbene, dobbiamo andare indietro nel tempo, quando questo periodo rappresentava la fine di ogni attività agricola per via, anche, della scadenza dell’affitto dei campi. Quindi i contadini facevano una sorta di bilancio dei raccolti, compresa anche la degustazione del mosto, frutto della vendemmia, ormai divenuto vino novello.
E, rimanendo in tema di vino, vediamo insieme qualche curiosità legata a questa deliziosa bevanda a partire proprio da colui che, quando ordiniamo una bottiglia al ristorante, ci aiuta nella scelta: il Sommelier. Da dove deriva questo termine? Dal francese: somme (bestia da soma) e lier (legare), quindi conducente di bestie da soma. Un tempo i soldati napoleonici legavano le botti sulle bestie da soma per trasportare il vino.
In Italia ogni anno si producono circa 50 milioni di ettolitri di vino, sufficienti a riempire più di 2.000 piscine olimpioniche.
Le bottiglie hanno tutte le stesso formato da 0.75 cl. Come mai? I motivi sono due.
Il primo di ordine pratico: coloro che un tempo soffiavano il vetro, dovevano creare con un unico soffio la bottiglia; 0.75 era il massimo che consentiva loro la capacità polmonare.
Il secondo motivo è di ordine burocratico: nel mondo anglosassone, per questioni di tasse portuali e costi di trasporto, una cassa di vino doveva contenere al massimo 2 galloni. 1 gallone equivale a 4.5 litri: ciascuna cassa poteva ospitare 12 bottiglie. 2 galloni, 9 litri: 9 litri divisi per 12 bottiglie, 0.75 cl ciascuna.
Rimaniamo nell’antichità con Hammurabi, il Re babilonese famoso per il suo codice, ovvero l’insieme di leggi scritte per regolare la vita, risalente al XIII secolo a.C.
Qui era presente una pena prevista per la vendita fraudolenta di vino (per esempio annacquato o non correttamente conservato). Il colpevole avrebbe affrontato la morte per annegamento.
E concludiamo con una curiosità: perché si dice NON FARTI INFINOCCHIARE? quando si vuole invitare qualcuno a non farsi imbrogliare? Perché un tempo quando un oste aveva vino molto, molto cattivo – quasi aceto – lo serviva con piatti a base di finocchio che addolcisce i sapori e altera la percezione di quelli sgradevoli.
K. D.
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